Magnifica presenza

Ecco il nuovo film di Ferzan Ozpetek: Magnifica presenza. Come sempre il regista italo-turco, per sua precisa scelta, ha fatto trapelare molto poco della trama, distillando solo qualche rara notizia alla stampa; inoltre, al telefono mi ha assicurato che nel film, dopo che il finale è stato cambiato, c’è una sorpresa che per il momento non può essere rivelata (proprio come in Mine vaganti, in cui solo poco prima dell’uscita svelò in un’intervista a Pride che i due fratelli protagonisti erano ambedue omosessuali).
Dunque non molto si sa della storia, scritta da Ozpetek assieme a Federica Pontremoli, la sceneggiatrice di Nanni Moretti. Il protagonista è Pietro (Elio Germano), un giovane pasticciere omosessuale siciliano sbarcato a Roma col sogno di diventare attore, ragion per cui passa da un provino a un altro. Di carattere sensibile, fragile e schivo, Pietro sul lavoro è quanto mai preciso, quasi ossessivamente. Di fatto è sempre solo; l’unica persona con la quale ha a che fare è la cugina Maria (Paola Minaccioni), con la quale convive e con cui intrattiene un rapporto di amore e odio, venato spesso da un certo sarcasmo.
Le cose cambiano quando finalmente trova una casa dove andare ad abitare da solo, un po’ mal messa ma arredata con mobili d’epoca e non priva di fascino. Quando vi si trasferisce, inizia però a notare particolari inquietanti, come strani rumori o oggetti spostati. La prima idea ovviamente è che vi siano dei fantasmi, ma poi Pietro arriva alla convinzione che qualcun altro viva con lui nell’appartamento. Formula dunque le ipotesi più svariate, da extracomunitari abusivi a trans, finché capisce che quelle misteriose ed eccentriche figure, perfettamente truccate e dagli eleganti vestiti, sono una compagnia teatrale, composta da sette persone e un bambino, costretta per forza di cose a nascondersi nell’appartamento. Dopo aver cercato vanamente di ignorarle, Pietro cerca di sbarazzarsene ma non ci riesce; d’altra parte, la convivenza forzata si rivela faticosa. A poco a poco però tra tutti viene a crearsi un legame profondo, con momenti sia spensierati sia intimi e malinconici. Grazie a questi nuovi amici Pietro non si sente più solo, ma fa parte di un gruppo con il quale condivide desideri e segreti.
La magnifica presenza a cui si rifà il titolo è quella di Pietro, anzi di Elio Germano del quale Ozpetek entusiasta ha detto: “È entrato nella mia vita come quando d’improvviso senti l’aria nuova della primavera e ti metti in maglietta”.
Il film è ambientato a Roma, non nel quartiere Ostiense, tanto amato dal regista, ma a Monteverde. Benché la vicenda sia ispirata da un fatto accaduto a un amico del regista, il tono favolistico riporta a Fantasmi a Roma, il bizzarro film di Antonio Pietrangeli del 1961, e persino a Questi fantasmi di Eduardo De Filippo (in cui le presenze non sono spiriti ma essere umani…). È una commedia drammatica, che “si occupa dei massimi sistemi della vita, con il tono leggero della commedia”. Così alcune situazioni drammatiche portano alla risata e viceversa, proprio come in Mine vaganti e in Matrimonio all’italiana di Vittorio De Sica, a cui Ozpetek ha detto di ispirarsi.
I temi sviluppati dal film sono quelli tipici del suo cinema: l’amore, l’amicizia, la solidarietà umana, il destino, la paura della morte (Saturno contro), il tempo che trascorre e quindi il valore della memoria (La finestra di fronte). Ancora una volta al centro c’è, come in Le fate ignoranti, l’importanza di una comunità affiatata grazie alla quale è possibile mettere in discussione la propria vita, magari abbandonando un’esistenza troppo rinchiusa su se stessa. Proprio ciò che accade a Pietro, il quale fa fatica a integrarsi in una società omologata finché non trova quei nuovi amici, che rappresentano le varie sfaccettature della vita. Per Pietro è una rinascita, che gli permetterà di vivere con più grinta la propria omosessualità, fino a quel momento non adeguatamente espressa. Nel film, la sua incertezza viene fuori in una battuta alla cugina, che cerca di sedurlo: “Non riesco a essere gay, figurati se riesco a essere etero!”.
Nella commedia corale attorno a Germano c’è un cast di prim’ordine: Margherita Buy, Beppe Fiorello, Vittoria Puccini, Andrea Bosca, Alessandro Roja (il Dandi di Romanzo criminale), Cem Ylmaz (una star del cinema turco), Platinette (senza travestimenti) e soprattutto una delle più grandi attrici teatrali italiane: Anna Proclemer.