A tu per tu con Mika

Quando arriva nella meravigliosa cornice di Villa Necchi Campiglio a Milano per incontrare la stampa si capisce bene il titolo col quale Mika ha battezzato il suo primo album Life in Cartoon Motion, vita come un cartone animato. Pur se elegante come un moderno dandy, con le Christian Louboutin d’ordinanza ai piedi, cammina e si muove allampanato come Pippo, il miglior amico di Topolino, personaggio dei fumetti di cui peraltro non si è mai veramente capito l’orientamento sessuale.

Almeno questo mistero, o piuttosto sarebbe meglio dire questo segreto di Pulcinella, Mika lo ha sciolto lo scorso anno con un giornalista del magazine americano Instinct con un coming out di quelli destinati a fare rumore: “Mi chiedete se sono gay, io vi rispondo di sì. Mi chiedete se le mie canzoni parlano di relazioni con uomini? Io vi dico sì. Ed è solo attraverso la mia musica che ho trovato la forza di venire a patti con la mia sessualità al di là dell’argomento dei miei testi. Questa è la mia vita reale”.

Parla un italiano praticamente perfetto, con uno strano accento non identificabile né come inglese né come francese, imparato in pochi mesi per riuscire a fare da giudice nell’edizione nostrana di X Factor. Per l’occasione è uscito in esclusiva per il mercato italiano il disco Songbook Vol. 1, una raccolta di suoi successi che contiene come principale inedito Stardust in duetto con Chiara, la vincitrice del talent show dello scorso anno. È un lavoro che funge da intermezzo, mentre il cantante sta lavorando al suo quarto album in uscita il prossimo anno, a prova di quello che si scoprirà essere il suo principale punto di forza: un’attenzione totale a qualsiasi dettaglio della sua vita artistica.

Mika è una persona innegabilmente simpatica, molto competente nella sua professione e che parla senza peli sulla lingua. Si capisce presto che essere candidi non significa per forza essere ingenui. Di X Factor non si pone nemmeno il problema di dire pubblicamente che per i partecipanti è una vita artificiale, un po’ come prendere una grande iniezione di steroidi, e dove l’attenzione che si riceve non è vera, perché nella vita reale di un artista la fama non arriva così facilmente.

Lui ha iniziato a cantare musica classica a 11 anni con un’opera di Strauss a Londra, e solo lavorando molto duramente è riuscito a vendere 8 milioni di dischi in tutto il mondo. Definisce i suoi pezzi “strani” e ha un modo tutto suo di scrivere canzoni. Non sono brani studiati a tavolino ma composti nel modo che gli dà “il più grande sentimento di felicità”, e se qualcuno dovesse pensare che è completamente pazzo la cosa gli farebbe solo un grande piacere.

Negli anni si è reso conto che è molto difficile sapere a priori che direzione prenderà una canzone, e porta come esempio la collaborazione con Ariana Grande, una star della televisione americana per ragazzi con cui ha inciso Popular Song. La casa discografica non credeva nel duetto e decise di non finanziare il video. Lui allora se lo è prodotto da solo e il clip ha superato i 37 milioni di visualizzazioni sul web, rendendo il brano il suo più grande hit diffuso nelle radio americane. Grazie a questo successo può ora fare l’album che vuole senza dover chiedere il permesso a nessuno, una libertà rara all’interno di un enorme sistema dove si può annegare e scomparire dall’oggi al domani, e in un momento in cui, secondo lui, per qualsiasi artista è difficile fare musica melodica che non sia allo stesso tempo commerciale al cento per cento.

Mika, che ha partecipato al concerto che si è tenuto a Parigi per festeggiare l’approvazione del matrimonio gay, non ha problemi a parlare di omosessualità. Con disarmante onestà dichiara che non vuole essere un politico o un gay militante. Se chiamato in causa sull’argomento non si tira indietro e a domanda risponde, ma esprime solo quello che è importante per la sua vita e la sua prospettiva personale. Si sente un privilegiato perché ci sono paesi dove non è possibile parlare di questi argomenti senza andare in prigione e conferma che preferisce comunicare con le sue canzoni e con la sua presenza sul palco.

Al momento di congedarsi cita lo scrittore gay Jean Cocteau che è un suo grande eroe, e spiega che la musica è un modo per parlare in maniera semplice delle cose più complicate della vita di un uomo. Che dire? Tanto di cappello signor Mika!

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