Bello e possibile

Non siamo allo stesso livello di candore delle reginette che aspirano a portare la pace nel mondo, ma le intenzioni del neoeletto Mister Gay World 2014 (anche in copertina) suonano piuttosto ambiziose: “Questo è solo l’inizio. Ora è il momento di mostrare a tutti ciò che siamo come comunità gay mondiale”, ha dichiarato pochi attimi dopo la sua elezione.
Il giovane, nerboruto e tatuatissimo ha sbaragliato gli altri ventidue concorrenti provenienti da ogni parte del globo durante la serata finale che si è tenuta al Gay Village di Roma lo scorso 31 agosto. A officiare la premiazione c’erano Vladimir Luxuria e il direttore creativo Christian Nastasi, mente in giuria sedevano Imma Battaglia, il rapper Cazwell, Fabio Canino, Fioretta Mari, una delle insegnanti di Amici di Maria De Filipp e i fotografi statunitensi Adam Bouska e Jeff Parshley, ideatori della campagna internazionale pro matrimonio gay NOH8.
Stuart Hatton jr è originario di Newcastle, Inghilterra, dove lavora come insegnante di danza dopo una lunga esperienza come ballerino classico, di ballo latino-americano e di acrobatica aerea con le corde.
Il fisico allenato e un invidiabile sex-appeal gli hanno poi favorito una carriera parallela come modello, soprattutto di intimo e per costumi da bagno. Ma per vincere quello che, a detta di Stuart, “non è il solito concorso di bellezza”, la prestanza fisica non basta: bisogna avere una marcia in più.
“Il titolo di Mister Gay World è il frutto di un lungo e difficile lavoro dove la personalità dei concorrenti viene scandagliata a fondo e il premio è diventare ambasciatore globale per la comunità lgbt. Abbiamo dovuto affrontare una serie di prove scritte e colloqui, nonché saggiare le nostre conoscenze della legislazione sui diritti per le persone omosessuali e la capacità di rapportarci coi mass media”.
Di certo l’occhio dei giurati ha visto giusto, premiando Mr. Hatton anche per il suo precipuo splendore muscle-ginger. “Vediamo sempre più uomini attraenti nei mass media: una grossa mano a quest’onda l’hanno data star mondiali come Brad Pitt o David Beckham. Però c’è ancora tanta strada da percorrere, non siamo arrivati alla completa parità con il corpo femminile. Per me è una tendenza positiva, sempre che non travalichi le scelte personali. E a essere sincero sono molto contento di vedere un bel maschio a torso nudo su un poster pubblicitario”.
Stuart si dice molto onorato di aver portato per la prima volta alla vittoria il Regno Unito: “Per accedere a Mister Gay World ho dovuto prima sconfiggere oltre 250 ragazzi del mio paese, selezionati attraverso un sondaggio online. Credo che l’Inghilterra si stia comportando molto bene a proposito dei diritti delle persone lgbt, visto che dal marzo scorso è stato finalmente legalizzato il matrimonio egualitario. Ci sono poi leggi molto severe che impediscono di discriminare per ragioni legate all’orientamento sessuale. Purtroppo le ingiustizie sono ancora molto diffuse, specie nei luoghi di lavoro, nonostante il mobbing omofobo sia un grave reato”.
Ma non succede così in tutti i paesi europei, tanto che Stuart si rammarica che “uno degli organizzatori italiani di Mister Gay World non possa ancora sposare il suo fidanzato, perché il vostro paese non consente il matrimonio omosessuale. Mi dispiace molto che l’Italia, terra conosciuta ovunque per l’amore e il romanticismo, sia ancora un po’ arretrata su queste cose. Sono sicuro però che grazie all’impegno dei suoi meravigliosi e appassionati attivisti, l’Italia sarà presto in prima linea nella difesa delle nostre istanze”.
Il nuovo Mister Gay World racconta di avere buoni amici sia tra gli etero che tra gay, bisessuali e trans, perché “non scelgo le amicizie in base alla sessualità: abbiamo solo interessi in comune e stiamo bene insieme”, e tutti sono stati entusiasti della sua partecipazione al concorso. Anche i suoi genitori sono stati molto comprensivi con Stuart fin da quando ha fatto coming out, nonostante all’epoca lui pensasse che il mondo stesse per finire perché si era dichiarato gay.
Memore delle sue esperienze giovanili, Stuart contribuirà come può a rendere meno dolorosa la vita degli adolescenti gay: “Ho partecipato nel Regno Unito a una campagna anti-bullismo per educare bambini e giovani adulti alle differenze. Mi piace usare lo slogan “Sono gay, e allora?”. Spero che questo aiuti le nuove generazioni a capire che non c’è nulla di male a essere gay e che ognuno di noi è unico e irripetibile”.
Nel suo futuro più immediato Stuart intende diffondere ancora di più le iniziative antibullismo e promuovere un innovativo corso di ballo dove le persone dello stesso sesso possano praticare valzer, tango, foxtrot e quickstep senza vergognarsi di danzare insieme a tutte le altre coppie che si amano.
E dopo? “Tra dieci anni mi vedo a continuare il mio lavoro come insegnante di danza per i miei adorati allievi, sposarmi con l’uomo dei miei sogni e magari avere insieme dei figli, una bella famiglia unita”.

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