Mika intervistato da “Pride” interviene su matrimoni gay e procreazione in vitro

In occasione della promozione del suo nuovo album No Place In Heaven, in uscita il 15 giugno prossimo, Mika ha rilasciato la sua prima intervista italiana a una testata di cultura omosessuale: “Pride”. Nell’intervista di copertina del numero di giugno ha parlato di identità, rapporti famigliari e riferimenti culturali. In particolare si è così espresso a proposito di famiglia tradizionale e matrimoni omosessuali: 

“Secondo me l’idea di una famiglia è molto semplice: quando parliamo di famiglia, parliamo di amore. Non c’è un amore tradizionale, non esiste, non funziona così l’amore. L’aggettivo tradizionale è molto pericoloso, in tutti i sensi, culturalmente e politicamente. Sono altri i problemi: abusi psicologici, sessuali, problemi economici, bullismo, l’educazione sessuale… Questi problemi esistono sempre, la tradizione non aiuta a risolvere questi problemi. Solamente l’amore può farlo. Dove c’è amore, si trova una soluzione a tutti questi problemi che sono le più grandi sfide per tutte le famiglie; secondo me questa è l’unica cosa che è importante e politicamente dobbiamo difendere, non il modo in cui le persone hanno i bambini.”

Continuando nell’intervista, Mika ha sostenuto la sua opinione sulla procreazione in vitro:

“Credo che il governo debba proteggere e assistere la procreazione in vitro e supportare le coppie, soprattutto le donne che non hanno ovuli fecondi. I potenziali abusi del sistema sono incredibili e l’unico modo per proteggere dagli abusi della fecondazione in vitro è difendere legalmente e burocraticamente le persone che desiderano avere bambini. Non è un punto di discussione, è solo una questione di responsabilità ed etica: il punto non è a chi permettere di avere figli, ma come proteggere tutti quelli che desiderano averne e chi li porta in grembo.”

L’intervista è qui.

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