Tra sesso e solletico

Per caso soffrite tantissimo il solletico e state cercando lavoro?
Le due questioni potrebbero sembrare distanti, eppure potreste avere tutte le carte in regola per diventare un “modello di solletico”.
Al mondo sono già parecchie le case di produzione online di video erotici che si specializzano in tickling, ossia il feticismo del solletico. In questo ambiente sei trattato come una star se non riesci a trattenere le risate alla sola vista di una piuma d’oca.
Non parliamo dell’ultima trovata del divertimento virtuale che potrebbe farvi dire: “Non sanno più che inventarsi”. L’ambiente di professionisti del tickling è ormai decisamente affermato (alcune case di produzione hanno raggiunto i 20 anni di attività) ed è diffuso in maniera capillare.
Il sito di clip per adulti più popolare della rete, Clips4Sale, con oltre 20 milioni di visitatori ogni mese, ospita ottocento case di produzione sul solletico femminile e duecento sul solletico maschile, con decine di migliaia di video.
Il prodotto finale può o meno includere nudo, ma i must di una clip di questo tipo sono: giovane “vittima” – anche detto ticklee – quantomeno scoperto nella zona in cui riceverà solletico (potrebbero essere anche solo i piedi) affiancato da un solleticatore – o tickler – che provvederà a farlo ridere a crepapelle. Spesso (ma non sempre) l’attività coinvolge l’uso del cosiddetto bondage, l’arte del legare.
Ma come funziona una produzione del genere? Ha logiche di lavoro tutte proprie o segue le regole del porno classico?
Lo abbiamo chiesto a Matteo Proietti, 28 anni, romano espatriato a Barcellona, fondatore di PSM Tickling Network (www.psmtickling.com), l’unica casa di produzione di solletico al maschile (si dice “M/M”, ossia maschio su maschio) in tutta l’area del Mediterraneo.
“PSM è nata in Italia e per quattro anni ha portato avanti la propria attività nel nostro paese”, ci rivela Matteo. “I ragazzi italiani che rispondevano ai nostri annunci di lavoro erano sempre molto scettici. Non si capacitavano proprio che qualcuno potesse presentare una maniera diversa di provare piacere, soprattutto utilizzando qualcosa di così buffo e banale, che ci riporta all’infanzia e a giochi a cui molti non hanno mai dato peso. Questi ragazzi mi chiedevano spesso di prenderci un caffè solamente io e loro per ‘farci una chiacchierata’ o mi chiamavano 10 minuti prima dell’orario pattuito per il loro provino dicendomi che non potevano più perché papà gli aveva fatto un’improvvisata e stava venendo a casa loro a trovarli. Rimanevano sempre senza parole quando gli dicevo che non c’era problema, ma che avrei dovuto rimandare a casa un intero team composto da cameraman, fonico, tecnico delle luci…”
In realtà, i passi per diventare un modello di solletico non sono (quasi) per niente una roba da ridere e assomigliano piuttosto al processo di assunzione di un’agenzia di moda.
“Io mi sono imbattuto per caso in un loro annuncio su un sito di offerte di impiego”, ci spiega León, 23 anni, attualmente uno dei modelli di punta di PSM Tickling Network. “Parlavano di soldi rapidi, e a chi non va di ottenere una cifra in contanti in poco tempo? Poi sono andato sul loro sito e mi sono detto “Wow, questa roba è strana forte”, ma a me piace fare le esperienze più disparate, così li ho contattati.”
“Qui in Spagna la quasi totalità dei ragazzi che si candidano sono eterosessuali, come León”, confessa ancora Matteo. “È un altro universo mentale rispetto all’Italia. Arrivano al provino e, se non li fermassi io, si spoglierebbero tranquillamente nudi.”
E come si svolge un provino?
“L’atmosfera è molto amichevole ma, nonostante questo, il tutto si svolge rigorosamente.” A parlare è Sara, classe 1990, una collaboratrice a Barcellona. “I ragazzi arrivano sul set, vengono fatti accomodare su un divano, gli vengono offerti drink a loro scelta e ci si confronta in merito a ciò che si può fare e ciò che non sono disposti a fare. Dopodiché, c’è una breve prova pratica di quanto, su quali parti del corpo e persino come sono sensibili al solletico.”
A questo punto forse vi starete domandando se la “sofferenza” vale la pena? Beh, i numeri delle pagine della bizzarra produzione barcellonese, strano ma vero, sono interessanti: diecimila visitatori mensili al sito web, più di seimila fan su Facebook e più di quattromila follower su Twitter. Tutti accumunati dalla passione per bei ragazzi ultra-sensibili al solletico.

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