Amanda senza veli

Ha iniziato come modella e per caso, grazie a David Bowie, è diventata una star internazionale della musica. Attrice, scrittrice, pittrice, showgirl e conduttrice tv, da anni ormai è sparita dal piccolo schermo per dedicarsi quasi totalmente al teatro nel suo paese, la Francia. Ironica, pungente, affascinante quanto misteriosa, Amanda Lear è tornata con un nuovo disco e noi abbiamo fatto l’impossibile per raggiungerla e parlare con lei.

Signora Lear, un grande ritorno sulla scena musicale, ce ne vuole parlare?
Let me entertain you è il brano che dà il titolo all’intero album, ed è una canzone che amo moltissimo di una commedia di Broadway. I miei fan si lamentano sempre del fatto che vorrebbero vedermi di più dal vivo, io purtroppo non posso fare tour perchè da sette anni sono impegnata in teatro a Parigi. Ho pensato quindi di concepire questo CD come se fosse uno spettacolo musicale: una ventina di brani, vecchi e nuovi, alcuni in italiano, altri no. Così è nato questo progetto in cui rivisito un po’ tutta la mia carriera, dalla disco music da cui sono partita fino a cose più melodiche. Ci sono un paio di cover e altri brani, tutti molto positivi perchè stiamo vivendo un momento storico in cui c’è bisogno di più leggerezza. All’interno c’è anche il dvd del mio concerto dello scorso inverno. Inoltre ho avuto la fortuna di fare un duetto con Gianluca De Rubertis che ha una voce meravigliosa. Un’altra novità è che per la prima volta ho lavorato in studio con un’orchestra dal vivo. È stato molto emozionante per me.
Tra le cover c’è anche Macho Man dei Village People, è una strizzatina d’occhio ai suoi tanti fan gay?
Quando ho pensato di fare un omaggio al mondo della disco, a parte Gloria Gaynor che tutti hanno ricantato, mi sono accorta che nessuno aveva mai rifatto i Village People, che sono miei grandi amici. Gli ho chiesto il permesso e loro erano entusiasti. È un pezzo molto forte e – come dici tu – dedicato a tutto il mondo gay che, si sa, frequenta molto le discoteche. Da sempre le disco sono frequentate più dai gay che dalle famiglie che restano in casa a guardare la televisione.
Da poco anche in Italia abbiamo una legge per le unioni civili, ne è a conoscenza?
Quando me lo hanno detto mi sono meravigliata perchè pensavo che già ci fosse, come in tutto il resto d’Europa. Parlano tanto di Europa e poi invece ogni paese fa come vuole, sia per quanto riguarda la velocità in autostrada, le tasse e il matrimonio gay. In Italia non c’era, quindi dico finalmente!
Dagli esordi, ha costruito tutta la sua carriera sull’ambiguità. Pensa che il suo personaggio abbia contribuito al cambiamento dei costumi in Italia?
Non ho la pretesa di pensare di aver cambiato il modo di pensare della gente. Questo cambiamento è partito da molte parti e le persone si sono aperte su questo tema, molto più di quanto noi pensiamo. Purtroppo sono i politici e la Chiesa a non essere aperti. Sono pieni di chiusure e rigidità, mentre la gente è pronta da tanti anni. In Italia poi c’è stato Renato Zero e tanti altri cantanti e gruppi apertamente truccati ed eccentrici. Cindy Lauper ultimamente ha ricantato la sua hit Girls Just Wanna Have Fun, sostituendo la parola girls con boys e dedicandola a tutto il mondo gay. Ormai non si può più far finta che i gay non esistono, questo movimento esiste e ha vinto le sue battaglie non certo grazie ad Amanda Lear o David Bowie o Loredana Bertè. Io ho fatto parlare di me essendo legata molto al mondo delle discoteche e tutta l’apertura che queste hanno portato nella società.
Ha citato David Bowie, scomparso da poco, con il quale lei ha avuto una relazione. Ce ne vuole parlare? 
Lui fu la prima persona ad avere l’idea di farmi cantare. Io facevo la modella e uscivo con Brian Ferry dei Roxy Music, che mi aveva messo sulla copertina del loro disco. Tra l’altro quella stessa copertina è stata rifatta da poco con Monica Bellucci vestita come me, con la pantera nera al guinzaglio, per commemorare quell’album bellissimo. Bowie vide quella copertina e disse: che bella questa ragazza, la voglio conoscere! È iniziato così il nostro rapporto. Siamo usciti molto insieme e lui mi ha quasi obbligato a cantare, pagandomi le lezioni di canto e mettendomi sotto contratto. Mi ha preparata per due anni, è stato il primo a credere in me, nelle mie doti e nel fatto che potessi diventare una cantante internazionale. Gli sarò sempre grata per questo, anche se dopo non ci siamo mai più visti.
Lei è stata anche una grande protagonista della televisone italiana. Ci vuole parlare di questa sua esperienza?
Nella mia vita e nella mia carriera non ho mai fatto piani, le cose sono accadute quasi per destino. Credo che lassù ci sia una stella che ci protegge, per me è stato così. Un giorno di tanti anni fa ricevetti una telefonata dal signor Silvio Berlusconi che non conoscevo e che mi disse: “Signorina Lear, sto lanciando una rete televisiva, le piacerebbe lavorare per me?” È nato quindi tutto per caso, sono arrivata a Milano, non parlavo nemmeno bene l’italiano, ma mi arrangiavo con l’inglese e il francese, lui mi ha lanciata nello show del sabato sera ed è stato l’inizio di una lunga carriera televisiva di oltre quindici anni che mi ha visto passare anche in Rai. Isomma, anche qui nessuno se lo aspettava.
Ritonerà in tv in Italia?
No. La televisione è molto cambiata, peggiorata direi. È diventata brutta, terrificante, come lo è diventata quella francese, la tedesca e la spagnola. L’arrivo dei reality show è stata una cosa atroce, che ha ammazzato completamente la creatività e gli autori. Mettono su un’isola o dentro una stanza degli sconosciuti e questo è tutto. Io ripenso a programmi come Stryx, quella sì che era televisione! È un gran peccato. Però ho visto che adesso richiamano Pippo Baudo che ha ottant’anni e presenterà Domenica In, così pure Heather Parisi e la Cuccarini… Tra poco ricontatteranno pure le Kessler! Siamo arrivati a un punto che mi meraviglia, sembra che non ci sia più nessuno di nuovo capace di presentare un programma e devono richiamare le vecchie glorie. Sono tutti grandi professionisti, è vero, ma questo è strano. Vedrai che fra poco richiamano pure me! Mi spiace tutto questo, amo la televisione, mi ha dato una popolarità pazzesca, ma mi chiamano solo per cazzate, per fare la giuria in cose non dignitose. Una che ha fatto tanti anni di tv come me non può cadere così in basso e stare lì seduta a dare dei punti a due imbecilli. Mi spiace, no. Sto benissimo in teatro, faccio film. Se avranno qualche buona idea potrei tornare, magari in una serie televisiva come attice.
Allora per vederla dal vivo dobbiamo venire per forza a Parigi?
Sì, per il momento è così (ride). Questo novembre inizio la mia quinta commedia, faremo una stagione a Parigi e poi un anno di tournée. È uno spettacolo brillante, divertente, come quello che ho fatto fino all’anno scorso. Si intitolava Divina, e facevo la parte di una superstar della televisione, ricchissima e insopportabile, una grande diva. Jean Paul Gaultier ha fatto i costumi. Speravo, almeno con questa, che è stata tradotta in italiano, di poter tornare a esibirmi in Italia. Invece sai a chi la fanno fare? Ad Anna Mazzamauro, ti rendi conto? Non ho niente contro di lei, è molto simpatica, ma mi sembra strano un mio ruolo dato a lei. Forse nel tradurla l’hanno cambiata. Ci avrei tenuto a tornare in Italia, ma per il momento è così. Forse l’anno prossimo, chissà?
Lei però è davvero una divina, questo bisogna dirlo!
Adoro stare sul palco, e ho la fortuna di avere un pubblico molto fedele. Ci sono due tipi di fan, quelli che si innamorano pazzamente di un bel cantante, come Miguel Bosè per esempio, poi non ti cagano più, oppure quelli che – e tra questi ci sono i gay – che si innamorano di un’artista a vita, anche se questa invecchia. Più invecchia e più le vogliono bene, perchè invecchiano anche loro con lei, è come la loro mamma, la loro sorella, fa parte della loro vita e questo è meraviglioso. Ti seguono sempre, anche se un disco gli piace meno, fa niente. Nel mio caso mi seguono su Facebook oppure su Instagram, sono davvero affezionati, sono fortunata.
Ha un profilo Instagram che segue personalmente?
È molto bello, mi piace questo social. Puoi mettere quotidianamente le foto di quello che stai facendo. Molti purtroppo mettono anche la foto di quello che stanno mangiando: guarda che bel piattone di spaghetti! Ma chissenefrega!
Per concludere, un messaggio a tutti i suoi fan gay italiani?
Tenete duro. È una lotta, un braccio di ferro con le istituzioni e quelli che ci governano. Vinceremo comunque, vincerete voi. C’è un’aria nuova di libertà, non possiamo tornare indietro. In America gli omosessuali ormai si sposano, fanno figli. Dunque io dico ai ragazzi italiani: anche voi riuscirete ad avere tutti i vostri diritti, che vi sono dovuti. Siamo tutti esseri umani e dobbiamo avere gli stessi diritti, al di là di del fatto che tu sia così o cosà, che ti piaccia il cazzo o meno. Io trovo tutto questo di un’ingiustizia e di un’imbecillità totale e penso che comunque cambierà. Il problema è che siete governati da dei vecchi. In una mia commedia ho interpretato il ruolo di una che si presenta in politica e dal video promozionale su YouTube alcuni hanno pensato che davvero mi fossi candidata e mi hanno incoraggiata dicendo: io voterò per te! Questo vuol dire che la gente ha bisogno di facce nuove, persone diverse non gli stessi che tornano da una vita. Guarda a Roma alle ultime elezioni, hanno votato per Virginia Raggi e nessuno se lo aspettava. Dunque forse pian piano riusciremo ad avere al governo facce nuove e questa gente più giovane e più aperta avrà le idee più chiare sul tema dei diritti di questi che governano adesso.
Allora Amanda se lei si candida, noi la voteremo!
Già le sento le persone che dicono: sì, io voto Amanda Lear, tanto non può andare peggio! (ride) Almeno con lei ci divertiremo.
Vai così, Amanda!!!

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