One night in Bangkok

È vero, spesso noi gay occidentali non siamo molto attratti dai maschi asiatici. Che sia un problema di dimensioni, soltanto estetico o addirittura entrambi, non lo so. Al di là di questa considerazione – e anche se oramai “tutto il mondo è paese” – un viaggio in Asia è sempre molto affascinante ed esotico.
Un vero viaggio, insomma. Tra le varie mete possibili, la Thailandia resta comunque e sempre un vero paradiso, e aggiungerei naturale, visto che abbiamo già appurato che i motivi che possono spingerci verso questa destinazione più difficilmente sono di natura sessuale che per i maschi etero di tutte le età.
Ma andiamo per gradi. Per prima cosa, la scelta del volo. La nostra povera Alitalia già da anni non opera più sulla destinazione Bangkok. Ottima però è la Thai, compagnia di bandiera thailandese, che offre un servizio fantastico, sotto tutti i punti di vista, anche in economy. Oppure potete provare la Blu Panorama, che vola diretta sia da Milano sia da Roma. Mi permetto di consigliarvi di portare con voi soltanto lo stretto necessario. Prima di tutto perché, grazie al clima, sicuramente non avrete bisogno di molto per coprirvi. In secondo luogo, in Thailandia costa tutto talmente poco che vale davvero la pena acquistare tutto in loco. I mercatini sono davvero dovunque, partite quindi con la valigia vuota, in modo da avere spazio per tutto quello che acquisterete.
È risaputo che la libertà sessuale, grazie anche alla religione di stato, il buddismo, è una delle bandiere (talvolta forse anche troppo tristemente sbandierate) della Thailandia, sicuramente molto meno intransigente in materia rispetto ai vicini paesi musulmani. Quanto all’omosessualità, già nel 2007 è stato inserito nella costituzione un articolo che prevede il reato per discriminazione in base all’orientamento sessuale, provvedimento che è stato accolto positivamente da almeno il 57% della popolazione che si è espressa in merito con un apposito referendum. Purtroppo, però, questa grande libertà di costumi sessuali ha contribuito non poco alla diffusione del virus Hiv, tanto che il paese vanta un altissimo e triste bilancio di sieropositivi che ammonta a oltre un milione di persone. La cosa ha spinto il governo locale a prendere provvedimenti, promuovendo su scala nazionale prevenzione e cure, protocolli terapeutici e farmaci antiretrovirali.
Le classiche mete all’interno del paese, quelle peraltro dove vi è una maggiore movida gay sono Pattaya, Koh Samui oppure l’isola di Phuket. Pattaya, a un paio d’ore dalla capitale, è un ex villaggio di pescatori, trasformatosi durante la guerra del Vietnam in un centro di riposo per soldati americani, adesso luogo di vacanza internazionale, molto nota per gli show di travestiti, particolarmente amati dai turisti etero. La vita gay si concentra tutta nella zona sud della città, vi sono moltissimi bar e disco bar, Boyz Boyz Boyz e Le Café Royal sono i migliori, e anche un paio di saune. Durante il corso dell’intero anno c’è tutta una serie di grandi eventi organizzati dal Pattaya Pride, per il programma dettagliato visitate il sito www.pattayapride.com. A Jomtien Beach, poco distante, si trova la spiaggia gay e un altro piccolo centro di vita gay, tra vari locali e saune.
Phuket è la più grande isola della Thailandia, unita alla terraferma da una sottile striscia di terra. Le sue spiagge, e le piccole isole che la circondano, sono meravigliose. La località dove si concentra la movida gaya è Patong Beach. Moltissimi i ristoranti, bar e dance club gay. Tra questi ultimi il The Boat Bar è la disco più frequentata. Acquarius invece è un’enorme sauna gay con annesso centro benessere e palestra.
Durante il vostro soggiorno è opportuno programmare anche alcuni giorni a Bangkok, caotica e inquinatissima quanto divertente metropoli tropicale, nonché capitale della Thailandia. Potete soggiornare in uno dei numerosi grandi alberghi delle catene internazionali, grazie al cambio vantaggioso anche i più lussuosi diventano abbastanza abbordabili. Altrimenti potete optare per il Babylon, una meravigliosa sauna gay inserita nel bel mezzo di un giardino tropicale, con grande piscina e palestra, bar, ristorante e addirittura discoteca, che fa anche servizio hotel e bed & breakfast. Se scegliete di dormire all’interno di questa struttura avete ovviamente compreso l’accesso alla sauna, piscina e palestra, molto frequentate quotidianamente sia dai turisti che dai gay del luogo. Trattandosi di un resort completamente gay, molto divertente e intrigante l’atmosfera di cruising che aleggia nei corridoi, a tutte le ore del giorno e della notte, così come nelle docce e nei bagni in comune, molto eleganti e puliti, che si trovano a ogni piano. Peraltro si tratta di docce collettive, tipo quelle della palestra, quindi potete ben immaginare. Io, ad esempio, dopo giorni e giorni di occhi a mandorla dovunque, ho avuto il piacere di dividere una doccia con un bell’australiano, anch’egli ospite del Babylon, che poi mi ha gentilmente invitato a continuare (non la doccia!) in camera sua. Anche se decidete di non soggiornarvi, questo Babylon merita sicuramente una visita.
Come vi dicevo, Bangkok è una città molto caotica e inquinata, il traffico è pazzesco, così come il fatto che tra le auto nelle vie del centro possiate scorgere in coda anche degli elefanti, con tanto di fantino in groppa e scotch catarinfrangente avvolto sulla coda. Quindi prendetevela comoda e per spostarvi cercate di usare il più possibile la metropolitana o lo skytrain, la linea sopraelevata, oppure i battelli che fanno servizio lungo il fiume che attraversa la città, con numerose stazioni. I taxi sono degli Ape a tre ruote, completamente aperti, dove rischiate di restare imbottigliati per ore nel traffico, respirando tutto lo smog, reso insopportabile anche dalle alte temperature e dalla grande umidità del clima. Diffidate di questi taxi, perché spesso si offrono di portarvi a destinazione per pochi bath (la moneta locale), ma in realtà prevedono delle soste obbligate in alcuni negozi di seta e vari souvenir, dove sarete quasi obbligati a comprare. Dedicatevi allo shopping, ma nelle vie principali o nei mercati, sicuramente più interessanti di questi negozi per turisti. Le zone gay di Bangkok sono ben quattro, le più importanti sono quella situata tra Silom Road e Suriwong Road e quella sulla Sukhumvit Road. Per non perdervi con le varie mappe, tenete presente che i vicoli che si diramano dalle vie principali sono chiamati Soi e sono numerati. L’offerta di bar, discoteche, ristoranti, saune e quant’altro è talmente vasta che è impossibile mettersi a citare i vari locali, ma dovunque andiate il divertimento è assicurato.
La prostituzione, maschile e femminile, è risaputo sia una delle maggiori attrattive della città. Passeggiando per strada sarà un susseguirsi di facce sorridenti, donne, uomini o trans che siano, tutte con la stessa domanda: “Body massage?”. Del resto si sa… i famosi massaggi thailandesi! Va da sé che il più delle volte non si tratta soltanto di un semplice massaggio.
Un’esperienza che comunque consiglio di fare è di andare in uno dei tanti centri di massaggio gay. Entrando vi faranno sedere davanti a una vetrina da dove potrete scegliervi, tra i tanti ragazzi, il vostro massaggiatore. Una volta scelto, questo vi porterà in una stanzetta privata per il massaggio, che di solito prevede anche una particolare attenzione anche alle parti intime, con tanto di orgasmo finale (compreso nel prezzo), procurato talvolta anche con un aiutino orale. Se poi siete parecchio arrapati e magari volete proprio farvi il massaggiatore, non avete che da mettervi d’accordo con lui, lasciandogli poi una mancia, oltre al prezzo del massaggio, a fine trattamento. Dopo una giornata spesa a camminare facendo i turisti, uno di questi cosiddetti “massaggi con sorriso” può essere davvero rilassante, vi sdraiate, chiudete gli occhi e dopo un’ora di meraviglia vi fanno pure una sega. Che volete di più?
Sperimentati i massaggi thailandesi e vissute le folli notti di Bangkok, conservate un po’ di energia per visitare i siti di maggior interesse culturale. In primis tutta l’area del Palazzo Reale, con i relativi templi buddisti, e il vicino sleeping Buddha, un’enorme statua di un Buddha dormiente, posti veramente da favola.
Bellissimo da visitare anche lo standing Buddha, un enorme statua di Buddha alta più di trenta metri. Sapete che il buddismo si incentra tutto sulla teoria del karma, ovvero che tutte le nostre azioni sono delle cause che poi si trasformano in effetti nella nostra vita. Di fronte a questo Buddha troverete in vendita moltissime gabbie di uccellini appena catturati, comprandone una e ridando la libertà ai pennuti, compirete una buona azione che vi dovrebbe fare accumulare del buon karma. Io l’ho fatto senza indugio, pensando un po’ maliziosamente che mettere nel mio karma la causa di “liberare l’uccello” potesse davvero tornarmi utile nei momenti di carestia al ritorno in Italia.
Che altro dirvi? “One night in Bangkok makes a hard man humble… I can feel the devil walking next to me”, questo diceva una hit degli anni ’80, cantata da Murray Head, che potete benissimo andarvi a riascoltare su YouTube, ed è vero: tante sono le tentazioni che basta soltanto una notte a Bangkok per sentire il diavolo che ti cammina accanto.