Nozze di carta

Crisi economica permettendo, il dibattito sul matrimonio gay negli Stati Uniti ha ripercussioni piacevoli anche dove meno te l’aspetti: come nel mondo del fumetto, che da quelle parti vuol dire soprattutto albi di supereroi per lo più rivolti agli adolescenti. Per salvaguardare le giovani menti dei lettori, fin dagli anni cinquanta gli editori sono stati costretti a rispettare un ferreo codice di autoregolamentazione che impediva di affrontare argomenti troppo scabrosi; almeno fino al settembre del 2011, quando quel codice è stato abolito definitivamente, con gran sollievo degli operatori del settore.
Ora che le maglie della censura si sono un po’ allentate i protagonisti gay da far convolare a nozze non mancano, tra le fila dei supertizi in costume. In realtà, il caso di un matrimonio tra supereroi c’era già stato qualche tempo fa: si sono sposati e hanno adottato una bambina Apollo e Midnighter, una specie di controparte più violenta e iperrealista di Superman e Batman pubblicata da un’etichetta per adulti della DC Comics, la Wildstorm; la loro testata è stata cancellata e le storie della supercoppia omo sono ripartite da zero.
Per tutta risposta la concorrente Marvel Comics non si accontenta più dei banali coming out dei suoi personaggi e rilancia alla grande, reclamizzando fin dall’aprile scorso il matrimonio di un personaggio omosessuale misterioso, previsto per il numero 51 della vendutissima testata degli X-Men. I lettori più fedeli ci hanno messo poco a capire chi sarà il fortunato sposo: è il mutante canadese Jean-Paul Beaubier, alias Northstar, il quale non a caso è stato il primo supereroe gay Marvel a uscire allo scoperto, nel lontano 1992, suscitando parecchio clamore. Subito dopo, però, i dirigenti della casa editrice si erano affrettati a ricacciarlo nell’armadio, spaventati da una rivolta dei lettori più tradizionalisti. Dell’omosessualità di Northstar si era quindi semplicemente smesso di parlare, finché il personaggio non è stato ripescato in tempi più recenti. Poi il mutante si è unito agli X-Men e ora si sposa col fidanzato Kyle, un ragazzo afroamericano col quale fa coppia fissa dal 2009.
Questa ondata filo-gay non ha solo a che fare con la crisi creativa e di vendite che attanaglia un filone narrativo a fumetti ormai esausto: pianificare con astuzia il coming out di un supereroe gay, o addirittura il suo matrimonio, arricchisce le trame, conquista i titoli dei tg nazionali e aumenta in maniera sostanziosa le prenotazioni degli albi, almeno nel breve periodo. C’entra anche la buona fede di autori ed editori, che vogliono svecchiare l’ambiente paludato del fumetto popolare americano, interpretando in modo sinceramente pedagogico il loro ruolo nell’ambiente culturale del loro paese.
In un’intervista rilasciata al sito d‘informazione sui fumetti comicbookresources.com, lo sceneggiatore Marvel Christos Gage ribatte ai lettori che non hanno gradito la svolta gaia di alcuni personaggi: “La vita dei giovani gay è molto migliorata, rispetto al passato, ma non tutti hanno la fortuna di vivere a New York o San Francisco. Molti di loro devono affrontare il bullismo dei loro coetanei e la disapprovazione da parte degli adulti, e questo ha portato a dei tragici suicidi. Coi miei fumetti voglio dire ai ragazzi gay in difficoltà non solo ‘It Gets Better’ (‘Andrà meglio’, come recita una nota campagna Usa anti-suicidi, ndr), ma anche che ‘non siete soli’”.
Dello stesso parere è John Goldwater, co-amministratore delegato della Archie Comics, quando difende la scelta di aver introdotto un personaggio omosessuale nel mondo edificante e morigerato dei suoi fumetti. Goldwater ha appena ereditato dal padre la gestione delle testate dedicate ad Archie Andrews – una gloria nazionale paragonabile ai fumetti di Topolino qui da noi – con all’attivo migliaia di pagine, show televisivi e merchandising di ogni tipo, coi quali intrattiene le famiglie americane da svariate generazioni; non di supereroi si tratta, ma d’inoffensive commedie scolastiche nelle quali il diciassettenne protagonista si divide tra la bionda Betty e la mora Veronica. Poi, nell’agosto scorso, nella cittadina immaginaria di Riverdale gli sceneggiatori fanno approdare Kevin Keller, gay dichiarato, il cui notevole gradimento convince i responsabili della Archie Comics a dedicargli una testata tutta sua. “L’introduzione di Kevin nasce dall’idea di rendere sempre più accogliente e al passo coi tempi il mondo di Archie”, ha spiegato Goldwater. I suoi progetti su Kevin erano in verità ancora più ambiziosi, visto che nel febbraio di quest’anno, in una collana parallela dove si immagina il futuro degli abitanti di Riverdale, è stato pubblicato l’albo che racconta il matrimonio tra l’ormai veterano di guerra (in Iraq) Kevin Keller e il suo fisioterapista afroamericano, Clay Walker. Risultato: boom di vendite e albi esauriti in pochi giorni. Il linguaggio dei fumetti di Archie è da sempre piuttosto edulcorato e in questo caso sono del tutto assenti le scene di sesso o anche le semplici effusioni tra uomini; eppure la sola esposizione nei negozi della castissima copertina dell’albo con le nozze di Kevin ha mandato su tutte le furie parecchi commentatori conservatori. L’editore di Kevin Keller si dichiara dispiaciuto delle reazioni negative al matrimonio del suo nuovo personaggio, ma non si scompone: “Tutti hanno diritto alla loro opinione, così come noi alla nostra. Kevin sarà per sempre parte integrante di Riverdale e vivrà una vita felice in un mondo senza pregiudizi, al riparo dall’odio e dalla mentalità ristretta delle persone”.