Metti, una sera a cena…

La Rarovideo propone, in versione rimasterizzata, il più celebre film di Giuseppe Patroni Griffi, inedito in dvd: Metti, una sera a cena (1969), una delle opere più scandalose e intriganti del cinema italiano.

Quattro persone, tutte borghesi e colte, mangiano attorno a un tavolo, in una scena che viene riproposta più volte, a seconda dei punti di vista dei vari personaggi. Lo scrittore Michele (Jean-Louis Trintignant) è sposato con la bella Nina (Florinda Bolkan) che ha una relazione, già da prima del matrimonio, con l’attore Max (Tony Musante), il migliore amico di Michele. Nello stesso tempo, Giovanna (Annie Girardot) spasima per Michele, riuscendo anche a portarselo a letto. Le serate si ripetono un po’ stancamente e non solo quelle, tanto che Max, per vivacizzare il rapporto con Nina, assolda per dei giochi erotici a tre una marchetta, lo studente Ric (Lino Capolicchio). La situazione si ingarbuglia ancor più quando Nina va a vivere con Ric, il quale ha tentato il suicidio per amore suo. Quando però fatalmente iniziano i litigi tra loro due, Ric va a chiedere aiuto a Michele. Così quest’ultimo escogita una soluzione originale: invita a pranzo anche Ric. Il ménage diventa dunque a cinque.

Fu Patroni Griffi a decidere di portare sullo schermo la sua omonima pièce teatrale. Fu un successo clamoroso, nonostante si tratti di un film difficile e dalla complicata struttura, con flashback a incastro e quindi con più piani temporali.

Il film sembra voler sperimentare tutte le dinamiche erotiche e sentimentali possibili, con una trasgressività in anticipo sui tempi. Così, trasuda dall’inizio alla fine di raffinata sensualità, con i tanti ammiccamenti e i doppi sensi dei protagonisti, fino alle due scene più erotiche: quella di Max che spoglia lentamente Nina e quella in cui le mani intrecciate di Max, Nina e Ric si congiungono nell’amplesso, in una frenesia dei sensi.

Patroni Griffi, uno degli scrittori più cari al pubblico gay, a cominciare dallo splendido romanzo La morte della bellezza, era rimasto scottato dal suo primo film, Il mare (1963), che racconta una storia omosessuale ambientata a Capri, fischiato alla Mostra del cinema di Venezia. Quindi, qui opta per un discorso più etero, sicuramente più digeribile dal pubblico, che fa dunque la parte del leone; ma l’omosessualità vi fa spesso capolino, non solo nel rapporto a tre fra Max, Nina e Ric ma anche quando sappiamo che pure Max (che dichiara a Nina di amare Michele) si è arrotolato nudo assieme a Ric nella sua bandiera nazista.

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