H dalle sette piaghe

Niente di meglio di una lettura stupefacente per iniziare l’anno nuovo: Ariase Barretta ha pubblicato H dalle sette piaghe (Meridiano Zero, 12 €), che va a chiudere la trilogia napoletana inaugurata da Darkene e proseguita con Psicosintesi della forma insetto. Ambientato in una città spettrale e fin de siècle è un romanzo dalle vicende editoriali controverse: fu rifiutato da molti editori, talvolta anche con indignazione e minacce di denuncia per vilipendio alla religione. L’identità e i suoi disturbi sono sempre dei temi centrali in Barretta: in questo terzo capitolo a essere interrogata e scandita dalle tappe della liturgia del Rosario è quella di Héctor, studente spagnolo trapiantato a Napoli per amore, o almeno così crede. Tra un episodio di Daria su MTV e un sogno in cui uccide Emma delle Spice Girls, ogni tanto ricompare Emanuele, il suo amato. C’è Alessandro, che somiglia a Massimo o forse sono proprio la stessa persona. Ci sono cruising alla Feltrinelli, pillole ansiolitiche che in realtà l’ansia la fanno esplodere: Barretta unisce il lato oscuro delle sorelle Brontë all’innocenza cerbiattesca di Emily Dickinson.

Da segnalare, con colpevole ritardo, anche L’altra parte di me (Piemme, 15 €) di Cristina Obber. L’autrice è eterosessuale: in questo caso è importante dirlo, e non perché il suo orientamento traspaia dalle pagine. Anzi, l’esatto contrario: volendo scrivere una storia d’amore universale ha scelto di raccontare quella di due giovani ragazze, Francesca e Giulia, alle prese con l’adolescenza e la scoperta di sé. A Obber si deve la creazione di un neologismo particolarmente felice: si tratta di “cattossessivi” coloro che, per qualche oscura ragione, la comunità gay ama portare alla ribalta anziché ignorare. Obber giustamente ritiene che una stigmatizzazione meno rabbiosa sarebbe più utile, anche perché sparare sulla Croce Rossa alla lunga è controproducente. Non sarà un messaggio nuovo, ma è bene che qualcuno lo ricordi di tanto in tanto.

Infine, Sandro Verniani ha scritto L’amore ai tempi dell’HIV (Epsil, 14€): è la storia d’amore tra due estranei ambientata a Shanghai.
Uno si chiama Paolo, è naturalmente italiano oltre che giovanissimo e appena laureato, e scopre di essere sieropositivo dopo essersi innamorato di David, australiano, con molta più esperienza e libertà nel gestire la propria sfera affettiva. A dividerli ci sono due educazioni e culture diverse, a unirli ci sono l’amore ma soprattutto — com’è giusto che sia — il potenziale rivoluzionario di Golden Girls.

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