Made in Italy

Noi sapevamo benissimo, da decenni, con chi avevamo a che fare. Ci fa piacere che ora pure in campo internazionale siano venuti a conoscenza delle “opinioni” snocciolate dal duo filosofico Dolce e Gabbana. Con quella loro aria caratteristica di nouveaux riches petulanti, sempre pronti a propinare il proprio ego in tutte le salse e in ogni dove. I due maître à penser, che oltretutto non sono neanche più una vera coppia di “principi consorti”, non hanno mai perso un’occasione per sottolineare il loro disprezzo per i gay di sinistra che vanno a rivendicare i propri diritti civili con le sfilate dei pride.

Perché D&G non li ritengono esclusivissimi, bellissimi, chicchissimi e disinibitissimi al loro livello. Tutti gli “issimi” di cui s’ammanta la loro favolosità nazional-popolare, perennemente violata per richiamare l’attenzione sui loro prodotti con “procurato” scandalo.
Basti ricordare la ragazza che scoreggiava nella pubblicità televisiva dei loro orologi pochi anni fa. Pura volgarità. Che piace a tutti quelli che se hanno scritto D&G sulle mutande si sentono gratificati dalla vita, gay o etero che siano.

Per anni comunque, i due hanno fatto solo dichiarazioni sulla loro visione catto-chic dell’omosessualità. Oppure sui loro cani, con i quali hanno sublimato tutta la loro paternità inespressa. Di vestiti discettano poco e quando lo fanno i giornalisti se ne disinteressano. Tanto è sempre la stessa solfa.
Fatto sta che le ultime dichiarazioni su di un numero di Panorama di marzo contro le coppie gay che adottano figli o ne creino dei loro con uteri “eterologhi” hanno fatto (fortunatamente) scatenare uno tsunami di critiche dall’estero.

Le parole esatte di Domenico Dolce sono state: “Non l’abbiamo inventata mica noi la famiglia. L’ha resa icona la Sacra famiglia, ma non c’è religione, non c’è stato sociale che tenga: tu nasci e hai un padre e una madre. O almeno dovrebbe essere così, per questo non mi convincono quelli che io chiamo figli della chimica, i bambini sintetici. Uteri in affitto, semi scelti da un catalogo. E poi vai a spiegare a questi bambini chi è la madre. Procreare deve essere un atto d’amore, oggi neanche gli psichiatri sono pronti ad affrontare gli effetti di queste sperimentazioni. Sono gay, non posso avere un figlio. Credo che non si possa avere tutto dalla vita, se non c’è vuol dire che non ci deve essere. È anche bello privarsi di qualcosa. La vita ha un suo percorso naturale, ci sono cose che non vanno modificate. E una di queste è la famiglia”.

Qui in Italia le loro boutades da “favolose” della stra-Milano fashion ormai non ci fanno quasi più effetto. Come la loro totale assoluzione dalle accuse d’evasione fiscale per 260 milioni di euro.

All’estero neanche possono immaginarsi in che pessime condizioni stiamo in Italia. Per fortuna c’ha pensato dall’Inghilterra Sir Elton John a incazzarsi a bestia contro i D&G, improvvisando su Instagram il #boycottdolcegabbana. Esattamente come ai tempi della battaglia contro Barilla.

Il cantante, che ha due figli col marito David Furnish, ha dichiarato: “Come ti permetti di dichiarare che i miei bellissimi bambini siano ‘sintetici’. Dovresti vergognarti per aver puntato i vostri ditini contro la fecondazione in vitro, un miracolo che ha consentito a legioni di persone che si amano, etero e omosessuali, di realizzare il loro sogno di avere figli. Il vostro pensiero arcaico è fuori tempo: proprio come le vostre creazioni di moda. Non vestirò mai più Dolce e Gabbana”. Anche Ricky Martin chiamato in causa per i suoi due gemelli avuti da madre surrogata ha inveito, praticamente dandogli dei provinciali frustrati, così: “Le vostre voci sono troppo potenti per spargere così tanto odio. Sveglia, siamo nel 2015, amate voi stessi ragazzi!”. Pure la tennista Martina Navratilova, che ha appena sposato la sua compagna, giura di non indossare mai più capi del duo: “Le mie magliette D&G finiranno nel bidone, non voglio che nessuno le indossi”. Il disgusto è subito stato esplicitato anche dalla cantante Courtney Love.

Sul web è circolata poi un’immagine intitolata “Volta & Gabbana” che abbina la copertina di Vanity Fair italiano del 2005, dove i due stilisti posavano in mezzo a dei bambini sotto il titolo “Il desiderio di essere padri”, a quella di Panorama con il titolo “Viva la famiglia (tradizionale)”.

D&G dalla vacanza in Thailandia hanno reagito alle critiche con una pseudo “ritrattazione” ma poi è apparso sull’Instagram di Elton John un commento di Stefano Gabbana che gli dava chiaro e in maiuscolo del “FASCISTA”, con tanto di tre punti esclamativi. Cancellato dall’autore poco dopo ma prontamente salvato dagli utenti e rimesso online come prova. Ora s’attendono le reazioni infuocate di Madonna e Lady Gaga che da vere Regine di Gayopoli potrebbero mandare in fallimento qualsiasi griffe con un loro editto. Non bisogna dimenticarsi che l’intera fortuna dei due stilisti milanesi è basata sul fatto che fu proprio Madonna a lanciarli, in tutto il pianeta, quando li scelse per i costumi del suo tour del 1993. Prima erano pressoché sconosciuti ai più. Polvere alla polvere? Ma possibile che dobbiamo essere sempre liberati dagli stranieri?

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